Uno dei problemi principali riscontrati nella sessuologia clinica maschile è l’eiaculazione precoce (EP).
Già nella descrizione del problema si fa molta confusione: c’è chi crede che l’EP voglia dire venire dopo pochi secondi dalla penetrazione, chi dopo pochi minuti e altri che ancora dicono che l’EP è tale quando lui viene prima di lei. Vi sono molte definizioni confuse in merito ma alla fine, l’unica che conta, è quella che ne fa il DSM, ovvero il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, dell’American Psychiatric Association, che dice che per poter fare una diagnosi di EP il paziente deve essere soggetto ad un ”persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante, o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri”.
In queste ultime parole c’è un pò riassunto il concetto dell’EP, ovvero che a prescindere dalla durata, il soggetto viene prima che lo voglia, prima che riesca ad avvertire di essere arrivato al punto in cui non si può più tornare indietro e si è costretti a venire.
Questa problematica, insieme alla disfunzione erettile, è tra le più comuni tra i soggetti maschi afferenti a studio e tra le più comuni in generali nella clinica sessuologica. Lavorare con una problematica di natura sessuale vuol dire lavorare su più livelli: innanzitutto sulla consapevolezza, ovvero conoscere la storia personale del sintomo, ripercorrere le sue tappe. Sul vissuto emotivo, ovvero sul suo significato e su come lo portiamo, o l’abbiamo portato, all’interno delle nostre relazioni, attuali o precedenti.
Un aspetto che è di grande importanza, e che spesso mi viene chiesto in qualità di sessuologo, è “quanto dura la terapia?”. L’approccio che utilizzo è quello della Terapia Mansionale Integrata (TMI), ovvero un approccio molto direttivo, basato su esercizi e compiti da fare da soli e/o in coppia, che, di settimana in settimana, seguiremo i progressi. La durata media di una TMI è quindi di 3 mesi, questo vuol dire che in questo lasso di tempo il paziente o la coppia ha imparato a gestire la problematica e, soprattutto, a far sì che i risultati siano duraturi nel tempo, ovvero che il rischio di ricadute sia minimo se non nullo.
Dott. Francesco Battista
Psicologo, psicoterapeuta e sessuologo Roma